Tra pesi e attrezzi circola preoccupazione e timore
Centri sportivi e palestre
hanno il fiato corto
ANDREA BERTAGNI
C’è chi rimborsa gli abbonamenti. Chi disinfetta anche l’aria e chi è disortientato dalle direttive antivirus che cambiano quasi in continuazione. I centri sportivi e le palestre sono con il fiato corto. Da Bellinzona a Lugano e Locarno tra pesi e attrezzi circola preoccupazione. Perché solo i clienti fedelissimi per ora non hanno paura. Tutti gli altri? "Restano a casa - spiega Luca Maggetti, che ha una palestra a Bellinzona - ecco perchè c’è incertezza per il futuro. Se dovessero decretare un nuovo lockdown sarebbe meglio succedesse in dicembre, perché a novembre e a gennaio si lavora forte". Maggetti è uno di quelli che non è rimasto con le mani in mano. E ha affrontato il periodo con nuove idee. "Abbiamo creato un’assicurazione per gli abbonamenti e lanceremo i corsi di ginnastica online". Anche Paride Oggioni, che ha un’attività a Lugano da 40 anni, trasferirà i corsi su internet. "Secondo me - precisa - entro una settimana chiudono anche noi. Ma siamo nel mezzo di un’emergenza sanitaria e francamente capisco la situazione".
Tania Gazzoli, che a Lugano fa allenamenti ed esercizi solo alle donne, è affranta. "A livello finanziario la situazione è delicatissima - dice - ho investito molto per adattare il locale alle misure anti coronavirus. Se non si ha una "copertura" economica alle spalle è molto difficile andare avanti". Gazzoli è avvilita anche perché "non c’è comprensione verso la nostra attività. Non siamo come le discoteche, noi aiutamo le persone a stare in salute e vivere bene".
Eppure i clienti hanno paura. "La clientela è calata, è un dato di fatto - sottolinea Patrick Cavagna, titolare di una palestra a Camorino - al momento del rinnovo degli abbonamenti, i clienti sono titubanti. Così siamo arrivati a proporrre "entrate" mensili". Anche Iryna Loza Pelloni, che a Riazzino ha puntato anche lei solo sulle donne, è rattristata. "Non si capisce quasi più niente. La direttive cambiano velocemente e creano confusione". A riprova di ciò, sono state vietate le attività con gruppi di più di 6 persone. Cosa che ha messo in difficoltà i corsi di ginnastica e fitness. "Il calo è generale, anche se ci aspettavamo di peggio - è il commento di Simone Posavec, che parla per i cinque centri Active Fitness di Bellinzona, Losone, Vezia, Mendrisio e Lugano - l’allenamento è diventato più individuale e meno di gruppo. Finora però non c’è stato un solo caso di contagio in tutta la Svizzera". Eppure la diminuzione c’è. È evidente anche a Locarno, al centro sportivo del lido. "In ottobre la clientela è diminuita del 20% - annota Christophe Pellandini - vorremmo comunque restare aperti durante le festività natalizie e forse adegueremo le fasce orarie". Anche a Locarno si rimborsano i giorni in cui per motivi di salute non si va in palestra. "Per noi è sempre stata la regola", puntualizza il responsabile del centro. Matteo Mazzetto, che lavora in un centro specializzato nell’elettrostimolazione a Lugano, ricorda gli sforzi fatti finora per continuare a resistere. "Due volte al giorno sanifichiamo gli ambienti anche con l’ozono - afferma - e ormai possiamo ospitare solo 2 persone alla volta. Siamo preoccupati, perché i primi a chiudere saremo noi, purtroppo".
Del resto le regole sono chiare. Un metro e mezzo di distanza, mascherina obbligatoria negli spazi comuni e aree di almeno 15 metri quadri per attività senza protezione. "Stiamo facendo davvero tutto il possibile - osserva Martino Mangini, che ha una palestra in centro a Lugano - la preoccupazione però rimane. Alcune misure ci lasciano comunque perplessi".
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14.11.2020