Gli economisti sull'esonero dell'imposta cantonale
Un anno "esentasse"
per cittadini e imprese
LIBERO D'AGOSTINO
Se invece di rinsanguare le casse pubbliche, prosciugate dai costi della pandemia, aumentando il moltiplicatore cantonale, se invece di distribuire sussidi a destra e manca, certo utili ma non risolutivi, non si cambiasse del tutto prospettiva, lasciando i soldi nelle tasche dei contribuenti? Come? Esonerando per un anno cittadini e imprese dal pagamento delle imposte cantonali. Una proposta da fantapolitica fiscale? In realtà potrebbe essere una scelta audace per rilanciare i consumi i privati e gli investimenti delle imprese, ma che divide gli economisti.
Un’ idea bella e possibile per l’economista Paolo Pamini: "In un’emergenza economica come quella attuale, non privare chi lavora e produce di risorse importanti, liberandolo anche dall’assillo di un’onerosa incombenza fiscale, rappresenterebbe un forte aiuto psicologico e una scossa salutare per la fiducia del Paese". Idea intrigante ma poco utile, ribatte l’economista Amalia Mirante, poiché, vista la crisi odierna di utili su cui pagare le imposte le aziende ne faranno ben pochi. "Mentre per i cittadini questo esonero sarebbe solo un aiuto sulla carta. Di denaro vero che incoraggi i consumi, in tasca infatti non ne entrerebbe - spiega-. Gli alleggerimenti fiscali possono essere utili in un secondo momento, quando si sarà superata la fase più critica dell’ emergenza". In buona sostanza, secondo Mirante, quel che serve ora sono aiuti diretti e mirati per le persone fisiche e le aziende.
"Ma i soldi che restano nelle tasche dei cittadini, che non vanno a finire nelle casse del fisco, sono un sostegno diretto e concreto per tutta la classe produttiva. S’incoraggerebbero le imprese ad investire" afferma Pamini. In fondo per l’economista, che è anche deputato dell’Udc, si tratterebbe di restituire ai contribuenti parte delle imposte e delle tasse che nell’ultimo decennio sono aumentate di oltre 400 milioni.
Ci vorrebbe, insomma, il coraggio politico di andare oltre la logica dei sussidi a pioggia, oltre la semplice dilazione delle scadenze fiscali o dell’esonero temporaneo dal pagamento di alcune tasse. Per questo, ricorda Pamini, già nella primavera scorsa l’Udc ha chiesto, con quattro mozioni, uno sconto fiscale sulle imposte cantonali e comunali del 15% per gli utili delle imprese, del 30% per gli indipendenti e del 20% per il ceto medio, più un bonus per favorire l’assunzione dei residenti. "Se si arrivasse all’esonero totale delle imposte per un anno tanto meglio" dice.
Di tutt’altro avviso Mirante: "Oggi, con il sostegno finanziario della Confederazione, il Cantone potrebbe intervenire molto più efficacemente attraverso sussidi mirati per le fasce più bisognose della popolazione e con indennizzi sostanziosi alle aziende per i mancati guadagni. Indennizzi, commisurati sulla cifra d’affari degli ultimi tre anni, che le imprese dovrebbero poter utilizzare come meglio credono per salvaguardare l’attività produttiva e i posti di lavoro".
Ma quanto costerebbe allo Stato il mancato pagamento dell’imposta cantonale? All’incirca un miliardo e 300 milioni, stando alle cifre indicate nel preventivo del Cantone per il 2021. Nel dettaglio: poco più di un miliardo di gettito delle persone fisiche, al netto delle imposte alla fonte, di imposte suppletorie e multe, e poco meno di 300 milioni che dovrebbero sborsare le persone giuridiche, ossia società e aziende, senza calcolare le sopravvenienze degli anni precedenti e i supplementi dell’imposta immobiliare. Mille e trecento milioni che grosso modo corrispondono all’importo dei crediti, garantiti da Berna, erogati in Ticino, tra marzo e luglio per sostenere l’economia. Prestiti che prima o poi vanno comunque restituiti.
Un costo ingente ma non proibitivo, col contributo Confederazione, secondo Pamini: "A patto che ci sia un drastico taglio della spesa statale e un rigoroso controllo sul bilancio, altrimenti il debito pubblico esploderebbe. Sarà, però, difficile trovare in parlamento una maggioranza che sostenga questa scelta".
ldagostino@caffe.ch
21.11.2020