I Paesi del nord Europa e gli obiettivi dell'Agenda Onu
L'economia sostenibile
riparte dal settore privato
LORETTA NAPOLEONI, ECONOMISTA
Una delle realtà emerse negli ultimi mesi è che promuovere lo sviluppo sostenibile del pianeta richiede uno sforzo globale, ciò significa non solo coinvolgere tutti i Paesi ma assicurarsi che il settore privato faccia parte dell’iniziativa. Così anche se nazioni come la Nuova Zelanda, la Finlandia e la Svezia hanno incorporato gli obiettivi dell’agenza 2030 nei loro programmi di politica interna, questo sforzo è stato fino ad ora insufficiente per innalzare le nazioni povere ai livelli di quelle ricche o per garantire lo sviluppo equo e sostenibile.
Il ruolo del settore privato è fondamentale non solo a livello finanziario ma anche per promuovere un cambiamento radicale di paradigma. A tal fine si possono tracciare alcune linee guida. La politica di investimento delle imprese, ad esempio, dovrebbe essere al servizio della società e non solo degli azionisti. Illuminante è l’esempio di diversi fondi di investimento, specialmente quelli pensionistici, che hanno smesso di finanziare tutto ciò che ha a che fare con l’industria degli idrocarburi. Promuovere un’economia globale sostenibile non significa soltanto investire nelle fonti di energia rinnovabili, bisogna anche togliere ossigeno a quelle tradizionali che inquinano e danneggiano la nostra salute.
L’impresa privata ha spesso un grosso peso politico, può quindi esercitare pressioni a livello politico affinché’ vengano sostenuti progetti in sintonia con lo sviluppo equo e sostenibile. Spesso, questa strategia può produrre risultati migliori di lungo periodo del coinvolgimento della singola impresa. L’obiettivo finale rimane il cambiamento del modello di sviluppo attuale, questo il messaggio contenuto nell’agenda 2030, un’impresa che richiede gli sforzi congiunti di governi, del settore privato e degli individui. Un’impresa ardua ma possibile, anzi necessaria se si vuole preservare il pianeta per le generazioni future.
20.02.2021